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XXXVII edizione della Sagra della Manna a Pollina
XXXVII edizione, tradizionale appuntamento con la Sagra della “Manna” linfa dolce come il miele 1 settembre 2024. Con il termine “manna” si indicano alcune sostanze che derivano dalla secrezione di diverse piante, che hanno in comune la manna dei frassini, contenente mannite, solo l’aspetto e la denominazione.
La manna da frassino si ottiene dalla coltivazione di alcune specie appartenenti al genere Fraxinus, si produce dalla seconda decade di luglio fino alla metà di settembre praticando quotidianamente delle incisioni sul tronco da cui fuoriesce una linfa che con il caldo secco estivo si solidifica. La raccolta avviene dopo una settimana circa. Si producono diverse qualità di manna: la manna “cannolo” che è la più pregiata per l’assenza d’impurità, la manna “rottame”, che si raccoglie dal tronco del frassino e manna ”in sorte” che si raccoglie da contenitori posti alla base dell’albero, generalmente cladodi (pale) di fico d’india.
Quasi sicuramente la coltivazione del frassino da manna risale alla dominazione araba (IX- XI sec. d.C.). Nel 1800 il frassino da manna fu coltivato maggiormente in Sicilia, nei territori collinari del Parco delle Madonie. Intorno al 1950 sul mercato fu immessa la mannite, ottenuta dai sottoprodotti degli zuccheri. Ciò ha determinato il tracollo della coltura. Attualmente la coltivazione del frassino, per la produzione di manna, è limitata nei comuni di Pollina e Castelbuono in provincia di Palermo, dove esiste l’ultima generazione di frassinocultori detti “Ntaccalori“.
Oggi i raccoglitori di manna sono riuniti nel Consorzio Obbligatorio Produttori della Manna, che fa parte di un Presidio Slow Food, sostenuto dalla Regione Sicilia, con l’obbiettivo di migliorare la tecnica di raccolta, di aumentare la quantità di manna purissima prodotta e di incrementare così anche il valore commerciale a beneficio dei coltivatori. E’ inoltre stato istituito il Museo Etnoantropologico della Manna sempre a Pollina (PA), sito in piazza Duomo, in esso vengono custoditi gli strumenti che servono ancora oggi alla raccolta e quelli più significativi dell’attività artigiana e contadina.