Solfara o Zolfara, in siciliano pirrera, è una miniera di zolfo che può essere intesa sia come una vera e propria miniera che come un semplice scavo di superficie e più o meno esteso denominato cava e non va confusa con solfatara.
La parola pirrera deriva dal Perrière francese.
Il nome comune di Pirrera è la cava, dove i cavatori diventano “perratores”, il termine siciliano “pirriaturi” è al centro del nostro itinerario, la pietra locale usata per la costruzione o ricostruzione , nei suoi centri primari e secondari, è l’attore principale nella realizzazione della sua monumentalità, ma anche un elemento derivato nei secoli dai prodotti “vuoti” (pirrirere) dei suoi scavi, luoghi di culto, ricovero e luogo di protezione.
Chiappa : Grosso pezzo di tufo.
Timpagnolu: Tufo adatto a parete divisoria.
Tra i luoghi incantati che vale la pena visitare in Sicilia, a nord dal centro abitato di Melilli, possiamo trovare una vera e propria cava, Pirrera di Sant’Antonio.
La Pirrera ha un’altezza massima di 27 metri e un’altezza media di 20 metri ed è stata utilizzata dal 1450 per l’estrazione di blocchi di calcare, per la costruzione di torri e del Castello di Melilli, ma anche per edifici postali e chiese (San Sebastiano, Chiesa Madre, Vecchio convento delle Benedettine, la chiesa di Santa Rosalia e la chiesa dello Spirito Santo, per il loggiato della piazza di San Sebastiano). Le pietre bianche della cava si trovano anche nella Chiesa di San Francesco d’Assisi a Catania e in altre città come Siracusa, Messina e Genova. Poi, nel 1962, La Pirrera, dopo essere stata occupata dalle truppe britanniche durante la seconda guerra mondiale per stabilirvi una base militare, venne ufficialmente chiusa per il mancato consolidamento dei pilastri della zona, e pare che vi fosse anche un carattere economico in quanto i Melillesi dal 1949 prestarono la loro manodopera nella realizzazione dell’area del Petrolchimico.
Fonte Wikipedia: «Io non posso adesso sapere fino a che punto esista un inferno fisico nell’altro mondo, ma una miniera di zolfo in Sicilia è la cosa più vicina all’inferno che mi aspetto di vedere in questa vita.»
(Booker T. Washington che da bambino fu uno schiavo; (1912) The Man Farthest Down: A Record of Observation and Study in Europe)
Descrizione semplicemente straordinaria.
Complimenti e grazie.
Molto più di un libro, sorprendente quanto si possa appendere da un semplice Blog, ma soprattutto la storia e la cultura che caratterizza la Sicilia. Dietro a questo blog c’è un lavoro importante ma soprattutto passione.