Frutta Martorana, la sua storia e leggenda

La frutta Martorana (frutta marturana in Sicilia) è un dolce tipico siciliano di origine palermitana, ha un’origine antichissima e la sua storia è indissolubilmente legata a quella del convento attiguo alla chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio a Palermo.

È un dolce famoso in tutto il mondo perché la sua preparazione e il confezionamento garantiscono una perfetta imitazione o riproduzione della frutta, e talvolta della verdura o del pesce, nella forma e nell’aspetto al termine del processo di preparazione. Internamente è simile al marzapane, ma notevolmente più dolce e gustoso.
La base delle sue ricette è interamente farina di mandorle e miele.

La frutta Martorana è un dolce tipico siciliano, che si consuma soprattutto durante il periodo dei morti.

Un po’ di storia:

In italiano si chiama marzapane, e la sua ricetta, risalente al XIII e XIV secolo, è in realtà di origine araba.

Un “marzaban” è una scatola di legno chiaro con coperchio utilizzata per diversi scopi, come riporre lettere o documenti importanti (da cui il detto “aprire il marzapane”, cioè svelare segreti) o più frequentemente per inviare farina, dolci a base di pasta di mandorle e altri ingredienti, trattandosi di pani rettangolari, ereditato anche il nome, è marzapane.

L’anno in cui il colore e il profumo della frutta Martorana riempie le vetrine delle pasticcerie, è un momento di ricordo dei morti. 1 novembre, Halloween, ribattezzato “i morti re picciriddi”: la tradizione auspica che i morti tornino tra i vivi, e in segno del loro trapasso lasciano in dono per i bambini dolci, confetti e il tradizionale cesto di frutta Martorana e altre prelibatezze.
È un modo per essere più vicini ed eterni a una persona cara scomparsa, un modo per minimizzare ed esorcizzare la morte. Era il retaggio di una tradizione antichissima pre-cristiana, che serviva a ingraziarsi le anime dei defunti. 

Fonte: YouTube Tuorlo Rosso

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